Pianta Generale (Zona A)

Il percorso della" Villa a Protiro"

Questa visita fornisce un'immagine chiara non solo di un frammento dell'antica topografia ma anche della densità edilizia di questo tratto di costa attraverso un antico quartiere di Baia: una lunga strada su cui si affacciano terme, taberne e ville.

Dalla strada principale si entra, utilizzando gli stessi accessi antichi, in un'ampia terma pubblica dove ancora sono riconoscibili le sale riscaldate, con le tipiche intercapedini dei pavimenti per il passaggio dell'aria calda, le sale comuni e le cisterne di raccolta dell'acqua.

Proseguendo sulla strada principale si riconoscono una serie di piccoli ambienti tutti uguali, le taberne, dove gli antichi commercianti esponevano la merce e offrivano i loro servigi ai passanti. Poco oltre, i negozi lasciano spazio ad un sontuoso ingresso: due colonne fiancheggiate da sedili (il protiro da cui il nome del complesso) segnano l'ingresso ad una villa privata. Entrando si notano piccoli ambienti che si distribuiscono attorno ad un atrio centrale (uno di questi ancora conserva uno splendido mosaico integro).

Alle sue spalle altri ambienti, caratterizzati da una ricca decorazione parietale, si estendono fino al limite dell'antica costa baiana.

Terme Lacus

Il percorso della" Villa dei Pisoni"

Un ampio giardino circondato da portici, terme e sale residenziali è il cuore di quanto fino ad oggi si conosce della Villa dei Pisoni. Il percorso subacqueo attraversa questi spazi percorrendo il corridoio a nicchie semi circolari fino alle sale termali dove ancora si conservano i pavimenti idraulici delle vasche di acqua calda ed il complesso sistema di alimentazione dell'aria calda.

Si costeggia poi l'ampio giardino attraverso un corridoio a nicchie rettangolari e semicircolari ed il portico a semicolonne dai suggestivi effetti scenografici, per addentarsi nell'area residenziale della villa. Incontriamo un'altra piccola terma con resti di pavimento in mosaico ed una serie di sale con pavimenti in lastre marmoree che si perdono dolcemente sotto la sabbia che le ha custodite fino a oggi.

Più appartati numerosi ambienti di servizio conducono all'area propriamente marittima, costituita da due piccoli approdi e da una peschiera per l'allevamento del pesce; una serie di 25 piloe (cioè pilastri in cementizio) costruite in mare proteggevano questo lato della villa dalle mareggiate.

L'attribuzione di queste strutture alla villa della gens dei Pisoni è stata possibile grazie al ritrovamento di una fistula aquaria (una tubatura dell'acqua) con riportato il nome di colui che commissionò il lavo: Lucio Calpurnio Pisone. Il ritrovamento della fisula è particolarmente importante: si tratta dell'unico caso in cui è stata trovata un'iscrizione che permetta di attribuire i resti di una villa baiana a un proprietario.

Dai testi antichi conosciamo anche un altro membro di questa famiglia, vissuto intorno alla metà del I secolo d.C., Gaio Calpurino Pisone (noto per aver congiurato contro l'imperatore Nerone, proprio nella sua villa di Baia). In seguito alla scoperta del complotto, la villa venne espropriata ed entrò a far parte dei possedimenti imperiali. Gli imponenti resti che oggi giacciono sul fondo del mare fanno parte di una consistente ristrutturazione avvenuta nel Il secolo d.C. durante il regno dell'imperatore Adriano.

Pisoni Percorso Pilae

Pozzuoli

Lasciando la zona A del parco e addentrandosi nella zona C, si segue a partire dalla Villa dei Pisoni un lungo istmo sabbioso (rinforzato verso mare de una scogliera artificiale) sul quale, secondo le antiche fonti letterarie, correva la Via Herculanea e che costituiva l'antico limite del lago Lucrino.

Il bradisismo e l'eruzione di Monte Nuovo nel 1538 hanno completamente sconvolto questo tratto di costa, trasformando questa parte del lago in mare aperto. L'antico istmo, lungo circa un chilometro e mezzo, si interrompe solo nel tratto centrale in corrispondenza della" Secca Fumosa': quest'area, che prende il nome della presenza di imponenti emissioni sottomarine di gas e di acque calde, conserva una serie di 28 massicci piloni che si innalzano dal fondo per un'altezza di 6-7 metri, costruiti a protezione di una vasta zona retrostante, probabilmente una banchina di attracco.

Dopo l'interruzione l'istmo riprende per agganciarsi 440 metri più avanti al canale di ingresso del Portus lulius. Il complesso nacque come porto militare ne 37 a.C. per volere di Agrippa, genero di Augusto, in previsione della guerra contro Sesto Pompeo (Zona B del Parco). Per la sua realizzazione vennero effettuate grandi opere d'ingegneria: un canale lungo 400 metri per collegare il mare con il lago Lucrino ed un altro per collegare quest'ultimo con il lago d'Averno.

Dismesso il ruolo militare trasferito al nuovo porto di Miseno, il Portus lulius, ampliato con infrastrutture e magazzini, assunse un'importante funzione commerciale, potenziando la ricettività di quello di Puteoli. La conoscenza del porto, che giace ora a bassa profondità, si deve in gran parte (seppure nelle linee generali) alla fotografia aerea e ad indagini geografiche grazie alle quali sono stati individuati l'antica estensione, il canale di accesso, le darsene e i magazzini.